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INSONNIA
Nell’ora che ognuno è
Al sonno raccomandato
Sulla parete della notte
Incido graffiti di luce
Per i posteri viandanti.
ONDE
Dal grembo acquatico
Muovono in mille forme
Capriolando alla meta.
Mi chiedo se mai
Vestono in processione
Il dubbio del credo.
AUTORITRATTO
Sulla tela dei giorni
Pascolo il mio esercito
Di formiche.
(Il colore dov’è del peana?).
INFANZIA
a Osvaldo
A quella latitudine passammo
Come carta d’ingiallita stampa
Fu facile al vento portarci
Solo gli uccelli ci seguivano.
ETERNITÀ
Alla mensa
Dei poveri
Saziò la morte
Raccontando
I suoi sogni.
ALLA PORTA
Bussò ripetutamente
Ma nessuno gli rispose
Allora si posò in terra
E decise di aspettarsi.
A POCO A POCO
A poco a poco degradammo
A venditori d'immagini
Ad alberi senza radici.
A poco a poco dimenticammo
La voce delle promesse
L’amore che comprammo a rate.
A poco a poco lacrimammo
Come i petali la rugiada
Come pioggia sui panni stesi.
A poco a poco – come la sera
Avvolge la cattedrale dell’anima.
L’ORTO
Nulla è mutato tra queste zolle
– Uteri pregni di sperma e sudore
Mammelle d’assetate radici.
Dell’immeritata crocifissione
Non è bastata la Messa: immèmori
Ancora si levano braccia a coltivare
L’amara verzura del Getsemani.
Ancora si semina lo strazio della ferita
A irrigare i solchi dell’offesa.
Di questa schiera di seminatori
Di questi malmeritati coltori
Quando le mani posate sul capo? (*)
(Pasqua 1997)
(*) Cfr. Levitico 24;14
L’URLO
Del fratello minore le cellule
Hanno gridato a ogni distanza.
Nell’archivio dell’etere
Non resta che l’eco morente
La sinusoide delle vibrazioni
Il tremolìo delle foglie.
Non resta che il malaffetto
La fuga dell’animale
La fissità dell’umana geometria.
IMPROVVISAMENTE…
Non sapevamo ascoltare
– Questo è il punto!
In ogni tempio
Tutti declamavamo a gran voce
Dell’Alfa e dell’Omega.
Confuse dalla babele
Le parole si portarono via
Girando in tondo per l’oscuro dove.
Improvvisamente…
Più il suono non fu musica
E tornò legno la carta
Bambino l’adulto
La storia nuovamente inizio.
IN SEGRETO
Signore – ho pena
Dei miei fratelli umani.
Ho pena dei loro acerbi convincimenti
Del loro essere nani
E vedere sé giganti.
Ho pena della loro finitudine
E del non crederci loro abbastanza.
Ho pena di me
Che troppo li somiglio.
VERRANNO NUOVI FIGLI
ad Alessandro
Verranno nuovi figli
E dietro i loro figli
Con i figli dei figli.
Verranno con ali di lievito:
Un vento improvviso
Che spazza il cortile del cielo.
Verranno in tanti
E cattureranno i segreti del fuoco
E dal mare separeranno il sale.
Verranno dalla porta d’oriente.
Un esercito di brevissimi istanti
Con l’uniforme dell’eternità.
DIMMI AMORE COME TI CHIAMI?
Questo troppo cuore che mi sboccia
– Che torna a sentire la primavera
E lungo il sentiero trova del mosaico
La tessera mancante – non comprendo.
Dimmi amore come ti chiami?
Con la sera si traveste da buffone
Divertendo l’umanità della strada
E i colori dell’arcobaleno si mescolano
Alla stanchezza d’ogni animale.
Dimmi amore come ti chiami?
Ruggendo alle catene degli anni
Si è fatto marinaio capace
E spiegando al vento le malconce vele
La rotta mi segna del firmamento.
Dimmi amore come ti chiami?
– È tutti i nomi il nome che chiedi.
LE PAROLE CHE HO DETTO
Le parole che ho detto
È capitato a volte d’incontrarle
A distanza di tempo.
Stavano alcune nell’indifferenza
A bere al tavolino d’un bar.
O nude come corpi – altre
Mendicavano un destino
Sotto i portici della stazione.
Pure le ho sorprese a rincorrere lucertole:
Provai a chiamarle
Ma si nascosero dietro una siepe
Con sollievo delle loro prede.
Allora capii che bisogna lasciarle andare
Le parole.
Che una volta annunciate
Appartengono a se stesse: ipotesi
Che non dimostrano più
Il teorema delle nostre illusioni: tracce
Di ciò che solo sapemmo essere.
DON CHISCIOTTE
A pelle non vestirei questa latta
Se non per onesta causa errando.
Non mi adonta la mala stella – solo
Rincresce dello scudiero il ghigno
Per il mio culo strappato di sella.
Dalla polvere scuoterò le braccia
E seminandole di buona agricoltura
Di nuovo aspetterò la fioritura
– Germogliando d’improvviso
Dove si fa ventre la prospettiva.
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Comment Wall (3 comments)
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